Ripresa globale del virus Chikungunya: allerta anche in Europa

Ripresa globale del virus Chikungunya: allerta anche in Europa

Secondo il bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rilasciato lo scorso 3 ottobre, nel 2025 si è osservata una ripresa dell’attività epidemica del virus Chikungunya (CHIKV) in diversi Paesi, anche in aree che da anni non registravano casi (https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2025-DON581).

Tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2025 sono stati segnalati complessivamente 445.271 tra casi sospetti e confermati, con 155 decessi, in 40 Paesi del mondo, comprendendo sia casi autoctoni che importati.

Il rapporto evidenzia come in Europa siano state segnalate trasmissioni autoctone del virus in Francia e Italia. Infatti in base a dati più recenti del ECDC (https://www.ecdc.europa.eu/en/chikungunya-virus-disease/surveillance-and-updates/seasonal-surveillance) alla data del 8 ottobre 2025, la Francia conta 700 casi distribuiti in 74 cluster, mentre l’Italia registra 353 casi autoctoni distribuiti in 5 clusters nelle regioni Veneto ed Emilia-Romagna.

Gran parte dei casi registrati in Europa deriva dall’ amplificazione epidemica di un ceppo virale con maggiore adattamento alla trasmissione da parte di Aedes albopictus, l’unica specie vettrice.

Per far fronte all’emergenza, in Italia, nelle regioni interessate dalla trasmissione locale, sono stati messi in campo gli strumenti previsti dal Piano Nazionale Arbovirosi e dai rispettivi piani Regionali per la prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi, comprendenti la sorveglianza epidemiologica/entomologica, interventi di controllo del vettore, misure di protezione della popolazione e criteri di sicurezza nei servizi trasfusionali e trapianti.

Va sottolineato che da quanto osservato, il cambiamento climatico, l’espansione dell’habitat di Ae. albopictus e l’aumento della sua densità, l’aumento dei viaggi internazionali e possibili lacune nella sorveglianza umana fanno sì che l’introduzione del virus in contesti a bassa immunità possa generare focolai localizzati.

In Europa, la chiave per prevenire nuovi focolai risiede in:

  • un potenziamento della sorveglianza integrata (epidemiologica, entomologica, laboratoristica),
  • rapide risposte locali non appena emergono casi autoctoni/importati,
  • una buona cooperazione transfrontaliera e scambio dei dati,
  • campagne di sensibilizzazione rivolta al pubblico e al personale sanitario.