MONITORAGGIO

Informazioni tecniche sul monitoraggio con ovitrappole

Questo metodo indiretto di sorveglianza consente di ottenere informazioni al passo con lo sviluppo della popolazione di adulti a partire dalla presenza iniziale, seguendone l’incremento e l’espansione, fino all’ultima generazione sulla base del numero di uova “raccolte” in semplici contenitori attrattivi nei confronti delle femmine gravide.

È un metodo che può essere adottato sia nelle aree ritenute ancora indenni dalla Zanzara Tigre, limitando il monitoraggio soltanto nei “siti a rischio” di introduzione, sia nelle località in cui è accertata stabilmente la sua presenza.

L’efficacia di cattura delle ovitrappole dipende:

  • dalle caratteristiche microambientali del sito scelto come stazione di monitoraggio;
  • dalla competizione esercitata da eventuali contenitori alternativi per le ovideposizioni presenti nell’area circostante l’ovitrappola;
  • dalla dimensione dell’ovitrappola.

I dati raccolti attraverso una dislocazione pianificata delle ovitrappole su maglie regolari e letti in correlazione con i dati meteoclimatici, sono indicatori “proxy”, cioè in grado di approssimare il grado di infestazione.

Dal 2009 i dati della rete di monitoraggio predisposta in Emilia-Romagna, oltre a determinare la densità dell'insetto vettore, vengono utilizzati anche per stimare il rischio sanitario tramite l’utilizzo di modelli epidemici basati su R0 (Basic Reproduction number).

Nel tempo la rete di monitoraggio è stata progressivamente migliorata attraverso:

  • l’ottimizzazione del costo/beneficio con dimezzamento dei costi di gestione attraverso la gestione quattordicinale anziché settimanale (a partire dal 2009);
  • la valorizzazione del ruolo svolto in termini di coesione degli enti locali (“fare sistema”) anche attraverso la pubblicazione controllata dei dati sul sito web;
  • l’introduzione di procedure di controllo di qualità e validazione del dato di monitoraggio;
  • l’interpretazione dei dati raccolti per la comprensione dei fenomeni in atto;
  • l’impiego della rete per la precoce individuazione di eventuali altre specie di zanzare invasive;
  • il suo utilizzo per meglio indirizzare le attività di contrasto in campo.

Nella foto le ovitrappole utilizzate dal sistema

Le ovitrappole sono costituite da vasetti cilindrici in plastica, di colore nero, con un volume di 1,4 litri e un diametro di 11 cm (ovitrappole modello CAA14GG utlizzate a partire dal 2010), forate a circa 2/3 della loro altezza in modo tale da contenere 900-1000 ml di soluzione.

Le ovitrappole vengono riempite con una soluzione di B.t.i. (Bacillus thuringiensis israelensis – 1.200 UTI/mg) in acqua declorata ad una concentrazione di 1 ml/l. Al loro interno viene fissato, con una graffetta o una molletta di legno un substrato di deposizione rappresentato da una listella di masonite di dimensioni 14,5x2,5 cm con la parte rugosa esposta all’acqua. L’osservazione delle listelle allo stereomicroscopio consente l’identificazione delle eventuali uova deposte dalle zanzare.

Le ovitrappole sono “protette” da una rete di plastica con maglie di 1 cm, fissata sul bordo che impedisce il contatto della soluzione con animali domestici riducendo anche i rischi di ribaltamento. La rete, inoltre, impedisce l’accumulo di foglie o altri detriti all’interno delle ovitrappole che fermentando potrebbero interagire con l’attrattività delle stesse. Di conseguenza i substrati di deposizione sono più puliti e quindi la classificazione e il conteggio sono più agevoli. Grazie alle più grandi dimensioni e alla forma cilindrica, questo modello di ovitrappole garantisce una maggiore stabilità.

Altri vantaggi derivanti dal loro utilizzo sono una maggiore attrattività per la specie; minor variabilità statistica del dato ottenuto e miglior resa informativa a parità di numero di ovitrappole impiegate per unità di territorio.